di Silvia Giansanti
Un rinomato conduttore radiofonico e un eccellente doppiatore, Teo ci racconta dei suoi inizi e di come si sono sviluppate le sue passioni
Anche lui come molti altri personaggi noti della radiofonia, ha iniziato seguendo la passione per la musica, ma senza immaginare che quello sarebbe diventato più avanti il suo mestiere a tutti gli effetti. Si compiono i primi passi in radio di quartiere, per poi approdare in nazionale, ma non sempre il passaggio è automatico. Teo è subito piaciuto e la sua verve ha conquistato chiunque lo avesse ascoltato. Si è fatto largo anche nel mondo del doppiaggio, arrivando a dare la voce a prestigiosi attori come Michael J.Fox, Joe Pesci, Matt Dillon e Nicolas Cage, giusto per citare qualche nome. E’ anche direttore del doppiaggio e giornalista. A distanza di più di trent’anni, ancora ce lo ricordiamo al timone del tg di Telemontecarlo, TMC News, quando ancora aveva una folta chioma. A proposito, tanti auguri per il suo compleanno che cade proprio in questo mese.
Teo, come è esplosa la tua passione per la radio?
“E’ avvenuto nel lontano 1976 mentre ero in vacanza al mare e, nella mia compagnia, c’era un ragazzo adolescente come me che andò a trasmettere in una radio locale. Ero già pazzo per il mezzo radiofonico che ascoltavo ininterrottamente per tutto il giorno. Quindi mi venne in mente di seguirlo, mi autoinvitai insomma. Ero in vacanza sulla riviera romagnola”.
Come andò?
“Feci il classico provino emozionatissimo con un po’ di incoscienza. Piacque la mia lieve cadenza romana che faceva tanto Rai. Così iniziai il giorno dopo a Radio Lidi Ferraresi”.
Quando hai capito più avanti che sarebbe divenuta una cosa seria?
“Tornando al passato, proseguii con piccole radio romane e quando tornai al mare l’anno successivo, tornai in quella radio dove ho iniziato e dove mi concessero una fiducia straordinaria. Ho pensato che non avrei fatto altro nella vita, ero troppo coinvolto dalla radio. Lo decisi a 17 anni. Nel 1978 risposi ad un’inserzione, di quelle che si facevano in onda per lavorare. Feci così due provini, uno a Radio Luna e l’altro a Radio Anna In. Quest’ultima mi richiamò per prima e quindi optai per quella radio che già lavorava con il metodi della Top 40 con il clock. Fu un momento fortunato e da lì non mi sono più fermato”.
Parallelamente hai affiancato l’attività di doppiatore.
“Questo è accaduto più avanti nel 1979, mentre lavoravo per Radio Emme 100 Stereo. Qui un’ascoltatrice con cui venni a contatto, mi propose di fare del doppiaggio, in quanto era una direttrice. Incredulo, con la famosa frase ‘ma chi me se pija’, andai a fare un provino. Questa signora, Sonia Scotti, fu la prima che ebbe fiducia in me. Iniziai ad andare a vedere come si svolgesse il lavoro in studio e poi andò decisamente bene”.
Quando è arrivato il momento Rai?
“Nel 1983 ai tempi di Stereo Rai e di Maurizio Riganti. Sono entrato con un passaparola, mi hanno proposto Emilio Levi e Antonella Giampaoli, che avevano molta stima di me. Ho condotto inoltre la mitica Hit Parade nel 1984, che aveva ancora la sigla di Lelio Luttazzi. La ascoltavo quando ero piccolo con mia mamma. C’era una radio in ogni stanza”.
Deduco che i tuoi non ti abbiano ostacolato.
“Ci tenevano molto alla laurea e quindi per accontentarli mi sono iscritto all’Università”.
Sei riuscito a terminare quel percorso universitario?
“No, avevo troppo lavoro in radio e ad un certo punto ho mollato”.
Sei conosciuto anche attraverso Radio Dimensione Suono (oggi RDS).
“E’ arrivata subito dopo Radio Emme 100. Ci andai grazie ad Eduardo Montefusco che aveva appena acquistato un 50%”.
C’è stato un periodo emozionante della tua vita radiofonica?
“Proprio il momento d’oro di Dimensione Suono nella sua sede inziale di via Eutropio. Stava per diventare una numero uno a Roma. Ancora ricordo i fans di Paolo Roberto Falcao che bloccavano la strada. Fu qualcosa di sconvolgente. Avevo vent’anni e non posso dimenticare quel periodo”.
Al momento come sono strutturate le tue giornate lavorative?
“Il doppiaggio occupa un buon 75% sia in veste di attore che in quella di direttore e un buon 20% spetta alla radio, dove sono tornato di recente a RTR 99”.