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Storie di Radio – Antonella Condorelli: Quel debutto avvenuto a 16 anni con Renzo Arbore …e la storia ebbe inizio

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di Silvia Giansanti

E’ una conduttrice radiofonica talmente brava e affermata che anche quando non è in onda, è come se lo fosse sempre. Non a caso nel settore radiofonico è denominata la Regina

La grandezza di Antonella risiede nella sua classe e nel suo modo di fare. L’approccio con la radio risale al lontano 1972 e anche per lei, come del resto per molti colleghi, è partito un po’ tutto per caso. Evidentemente la sua fortunata strada era già tracciata a sua insaputa. E’ stata seguita ed amata per anni sulla Rai e sulla prima Dimensione Suono.

Antonella, quando e come è avvenuto l’aggancio con il mondo della radio?

“Ho avuto un percorso particolare, l’inverso diciamo, per la maggior parte che sono passati dalle private alla Rai. Avevo appena sedici anni quando ho debuttato nella storica trasmissione Rai su Radio Uno ‘Per voi giovani’, un programma firmato da Renzo Arbore, gestito successivamente da Paolo Giaccio. Con me c’erano Mario Luzzatto Fegiz, Carlo Massarini, Raffaele Cascone e la buon’anima di Claudio Rocchi. Un bellissimo cast e un’avventura durata un anno, eravamo nel 1972”.

Visto che eri giovanissima, c’erano anche gli studi immagino.

“Certamente, ho proseguito con la mia scuola e gli studi universitari. Nel frattempo nascevano in Italia le prime radio private e chi non ha avuto un amico che ha fatto un’esperienza? Un giorno ricevetti una telefonata di Cesare Pierleoni che era ricoverato in clinica e che mi propose di condurre una trasmissione sempre su Radio Uno su Bob Dylan. Fu un programma molto serio che vedeva come inviato Gianni Minà e come consulente Fernanda Pivano. E’ durato sei mesi. Dopodiché c’è stata la grande avventura con Dimensione Suono agli albori”.

Cosa ricordi?

“Una partenza dalla mansarda di Roberto Giorgio che fu il fondatore, dapprima in zona Balduina a Roma e poi all’Hotel Ritz. C’è stato un momento in cui andava di moda nella Capitale, trasmettere dagli alberghi. Abitavo dietro quella nuova sede. In quel periodo abbiamo dato il meglio del meglio, addirittura la gente ci riconosceva per strada o negli esercizi commerciali, dalla voce. Fu un periodo magico e irripetibile. Ci tengo a ribadire che non siamo stati solo semplici colleghi, ma veri amici che poi sono diventati colleghi”.

Siete ancora in contatto?

“Ma certo! Alla recente presentazione del libro di Corrado Rizza e Cristiano Colaizzi, avvenuta presso la libreria dell’Auditorium parco della Musica, c’era tutto il nucleo della prima Dimensione Suono, ovvero io, Francesco Scelta, Mario Tagliaferri e Faber Cucchetti.  Ancora oggi in molti mi chiedono quando torneremo in radio tutti insieme”.

Poi è arrivata di nuovo la Rai e più precisamente Radio Due.

“L’aggancio è avvenuto tramite il grandissimo amico e compianto Roberto Raspani Dandolo. Il figlio della splendida attrice Giusy Raspani Dandolo, conduceva all’epoca un programma intitolato ‘Radio Due presenta’. Al termine del contratto sarebbe arrivata Ester Vanni, moglie di Paolo Frajese. Ma poco prima dell’inizio del contratto, Ester Vanni andò a lavorare in tv nella redazione di ‘Porta a Porta’. Panico totale, in quel momento non c’era nessuno disponibile che potesse prendere il suo posto. Ecco che Roberto suggerì il mio nome”.

Il classico momento giusto, quindi oltre al talento hai avuto quel pizzico di fortuna che ti ha aiutata.

“Certamente. Mi telefonò a casa, visto che non esistevano i cellulari, la dirigente dell’epoca. Così andai al colloquio e subito dopo fui contrattualizzata. Da quel momento dopo la segnalazione di Roberto  Raspani Dandolo, non mi hanno più lasciata. Ho fatto tante di quelle cose a Radio Due che neanche mi ricordo, tra Hit Parade, concerti, quiz, interviste e trasmissioni di ogni genere”.

Avevi lasciato Dimensione Suono o facevi contemporaneamente tutte e due?

“Entrambe, all’epoca si poteva fare. Dette solo fastidio alla Rai un episodio legato alla mia immagine per un servizio fotografico”.

Una trasmissione di Radio Due che ti è rimasta nel cuore?

“Quella con Vincenzo Mollica dal titolo ‘Parole parole, storie di canzoni’, un magnifico programma che andava in onda dall’auditorium di via Asiago. I cantautori raccontavano come sono nate alcune delle loro canzoni, suonandole anche dal vivo. E’ stato un grande successo”.

Un parere sulla radio odierna.

“Noto appiattimento come prodotto radiofonico e poca personalità da parte dei conduttori, mi sembrano tutti uguali. Molti non hanno neanche il talento artistico. Un conto è parlare al microfono e un altro è condurre. Se oggi si affidano programmi ad un personaggio, solo perché è un nome, mi spiace, ma si sente! Sono anche contro la radiovisione, la radio è un conto e la televisione è un altro”.

 

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