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Nunzio Bellino: “Convivere con la sindrome di Ehlers-Danlos è stato un percorso doloroso. Oggi combatto contro il bullismo”

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di Giulia Bertollini

Nunzio Bellino, attore e personaggio televisivo italiano affetto da una rarissima patologia, la Sindrome di Ehlers- Danlos ha conquistato il cuore del pubblico italiano e non solo. La sua storia è diventata prima un cortometraggio dal titolo Elastic Heart e poi una storia a fumetti, “L’Uomo Elastico”. Oggi si divide tra cinema, tv e sociale, In questa intervista, Nunzio ha parlato del suo film, della collaborazione con Giuseppe Cossentino e dei suoi prossimi progetti.

Nunzio, il film “Elastic Heart” riflette la tua esperienza di vita. Com’è stato vedere la tua storia rappresentata sullo schermo?

“Vedere la mia esperienza di vita rappresentata nel film ‘Elastic Heart’ è stato un processo emotivamente intenso ma anche catartico. La pellicola non solo racconta le sfide quotidiane legate alla mia condizione, ma evidenzia anche la resilienza e la forza interiore necessarie per superarle. È stata un’opportunità per sensibilizzare il pubblico su una realtà spesso invisibile, e la fedeltà con cui il regista Giuseppe Cossentino e gli attori hanno trasmesso la mia storia è stata fonte di grande orgoglio e soddisfazione personale”.

Com’è nata la collaborazione con Giuseppe Cossentino?

“La collaborazione con Giuseppe Cossentino è nata quasi naturalmente. Giuseppe ha una sensibilità unica per le storie che richiedono una profonda comprensione umana e sociale. Dopo un primo incontro in cui abbiamo discusso delle potenzialità del film, ci siamo resi conto che le nostre visioni erano incredibilmente allineate. Lavorare insieme è stato stimolante: la sua esperienza nel cinema e la mia storia personale hanno creato un mix perfetto per un progetto così significativo”.

Dal film è nato anche un libro a fumetti, “L’Uomo Elastico”. Com’è nato questo progetto?

“Il libro a fumetti ‘L’Uomo Elastico’ è nato dall’idea di espandere la narrazione del film e renderla accessibile a un pubblico più ampio, inclusi i giovani lettori. Io e Giuseppe Cossentino, ottimo scrittore e sceneggiatore  volevamo esplorare nuovi modi per raccontare la resilienza e le sfide quotidiane attraverso un medium visivamente accattivante come il fumetto. Collaborare con il fumettista Tiziano Riverso ha permesso di trasformare la storia in una narrazione visiva potente e immediata, creando un nuovo strato di comprensione e identificazione. Un successo che ci ha investito in primis quando abbiamo presentato il libro e il film nel talk show ” Il Salotto delle Celebrità” durante la Mostra del Cinema di Venezia con tanto di red carpet e ultimamente a Casa Sanremo Writers 2024 durante la settimana del Festival della Canzone Italiana. Essere in questo salotto letterario culturale così prestigioso è stato emozionante”.

E’ stato difficile accettare e convivere con la sindrome di Ehlers-Danlos?

“Accettare e convivere con la sindrome di Ehlers-Danlos è stato un percorso lungo e a volte doloroso. Si tratta di una condizione che influisce su molti aspetti della vita quotidiana, imponendo limiti fisici e sfide emotive. Tuttavia, nel tempo ho imparato a conoscere meglio il mio corpo e a gestire i sintomi con l’aiuto di specialisti. Più di tutto, ho capito l’importanza di sensibilizzare e educare gli altri sulla mia condizione, per ridurre l’ignoranza e lo stigma che spesso la circonda”.

Ti sei impegnato molto nella lotta contro il bullismo. Come hai affrontato le difficoltà legate a questa forma di discriminazione e quale messaggio vorresti trasmettere a coloro che subiscono bullismo?

“La mia lotta contro il bullismo è nata dalle mie esperienze personali, che mi hanno insegnato quanto possa essere devastante sentirsi isolati o derisi per differenze che non si possono controllare. Nel fronteggiare il bullismo, ho sempre cercato di mantenere una posizione di forza e di educazione, mostrando agli altri che la diversità dovrebbe essere celebrata, non temuta. Il messaggio che vorrei trasmettere a chi subisce bullismo è di non perdere mai la speranza e di cercare supporto; non sono soli”.

Oggi la cultura dell’oddio passa attraverso i social. L’identità social di cui si è tanto parlato può essere una soluzione? Anche a te è capitato di ricevere commenti offensivi? Come hai reagito?

“La cultura dell’odio sui social è un fenomeno preoccupante che richiede un approccio più strategico e normativo. L’identità social, ovvero l’utilizzo di profili verificati e trasparenti, può essere un passo verso la riduzione dell’anonimato che spesso incoraggia comportamenti tossici online. Personalmente, ho ricevuto commenti offensivi, ma ho scelto di rispondere con dignità e verità, cercando di educare piuttosto che reagire con rabbia. È un processo difficile, ma essenziale per promuovere un ambiente più rispettoso”.

Il tema delle malattie rare è stato politicamente poco affrontato negli ultimi anni. Quali dovrebbero essere secondo te le mosse delle istituzioni per migliorare la consapevolezza in materia?

“Le malattie rare spesso non ricevono l’attenzione adeguata a livello politico a causa della loro bassa prevalenza, ma questo non le rende meno importanti. Le istituzioni dovrebbero lavorare per migliorare la consapevolezza e il sostegno, investendo in ricerca e garantendo l’accesso a cure adeguate. Inoltre, sarebbe fondamentale creare reti di supporto più forti tra i pazienti e le famiglie colpite, per condividere risorse e esperienze”.

I cortometraggi “Un Giorno a Napoli” e “Covid 19 La Voce degli Invisibili” sono entrati in lizza ai David di Donatello 2024. Una bella soddisfazione personale immagino.

“Essere in lizza per i David di Donatello 2024 con i cortometraggi ‘Un Giorno a Napoli’ e ‘Covid 19 La Voce degli Invisibili’ è stata una grande soddisfazione. Questo riconoscimento è il risultato di molti sforzi e di un lavoro di squadra eccellente. È anche una conferma che le storie che raccontiamo stanno  arrivando al cuore  di  un pubblico più ampio, il che è incredibilmente gratificante”.

Prossimi progetti?

“Sto lavorando a diversi nuovi progetti che continuano a esplorare temi sociali importanti. Ogni progetto è un’opportunità per approfondire e diffondere storie che meritano di essere raccontate, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e la comprensione globale”.

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