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Daniele Vriale: “Nei miei libri cerco sempre di fondere il vero con il verosimile”

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di Francesca Ghezzani

Daniele Vriale, già premiato con numerosi riconoscimenti letterari nel corso degli ultimi anni, è tornato in libreria con “A modo mio” (Robin Editore, Collana Le Giraffe).

L’autore in queste pagine ci conduce nella sua città, Firenze, più precisamente nello storico quartiere periferico Le Piagge, dove Vieri Damasco è nato in una famiglia difficile e in un contesto degradato. Daniele, Vieri è un uomo segnato da una vita in salita.

Il racconto ripercorre le sue tappe dall’adolescenza violenta e criminale alla ricerca di redenzione a Barcellona. Potremmo dire, quindi, che questo tuo nuovo libro è un viaggio introspettivo nella complessità umana, alla ricerca di una propria identità e di un posto nel mondo?

“Attraverso la narrazione del legame di Vieri con i suoi tre amici e le loro vicende criminali, si finisce per indagare su vari aspetti introspettivi: la rabbia, il riscatto, l’amore e soprattutto l’ineludibilità del proprio destino”.

Durante la stesura, è stato facile entrare nel mondo interiore del protagonista, svelandone le fragilità, le paure e il desiderio di riscatto? 

“Ho cercato di immaginare un percorso evolutivo nel profilo psicologico di Vieri, che partendo dalla condizione di bambino in una famiglia disagiata attraversa quella dell’adolescente ribelle, del giovane rampante e dell’uomo dubbioso”.

La narrazione offre anche uno spaccato crudo e realistico della malavita fiorentina degli anni ’80 e ’90?

“In parte; cerco sempre di fondere il vero con il verosimile, in quanto l’immaginazione è il motore della scrittura”.

Avevi già trattato questi temi nei tuoi precedenti libri?

“No, è la prima volta che mi cimento in un noir, i precedenti romanzi avevano una connotazione più introspettiva e intimista”.

Ad alcuni temi delicati sei sicuramente avvezzo. Per concludere, e a conferma di questa mia affermazione, ti ricordo che sei stato citato e annoverato per il tuo L’ultimo passo pubblicato nel 2019 all’interno dell’opera Verso l’uscita – Schedario transmediale sull’eutanasia a cura di Stefano Calabrese, Monica Lanzillotta, Hanna Serkowska… È stata una bella soddisfazione?

“Sì, una sorpresa e una grande soddisfazione visto il parterre di autori citati, come Veronesi, Carrère, Pirandello, Guy de Maupassant.  Si tratta di un saggio elaborato da tre docenti universitari sul tema del fine vita che nel mio romanzo ho cercato di trattare da un’angolatura particolare, dal momento che Duccio, il protagonista, non è affetto da alcuna patologia se non la senilità”.

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