di Mirella Dosi
È uscito nelle librerie e negli store digitali “Il lato oscuro dei social network – Manuale di consapevolezza” di Federico Bergaminelli (Intrecci Editore). Un’opera indispensabile per genitori, ragazzi e chiunque voglia comprendere i rischi e le opportunità del mondo digitale.
Nell’era della connessione pervasiva, l’uso dei social media è diventato parte integrante della nostra vita quotidiana. Ma dietro la facciata scintillante si nascondono insidie e pericoli, soprattutto per le giovani generazioni. Cyberbullismo, dipendenza da smartphone, esposizione eccessiva ai giudizi altrui: sono solo alcuni dei temi affrontati nel libro di Bergaminelli.
L’autore, avvocato specializzato in diritto delle nuove tecnologie, ci guida in un percorso di consapevolezza, svelando i meccanismi che governano i social network e fornendo strumenti concreti per difendersi. Attraverso un linguaggio chiaro e diretto, Bergaminelli affronta argomenti complessi come la privacy online, la sicurezza dei dati e l’impatto psicologico dell’uso prolungato dei dispositivi digitali.
Quali sono i principali errori che vengono commessi navigando in rete?
“Ogni giorno, sia adulti che ragazzi navigano su internet e usano i social media, spesso senza essere pienamente consapevoli di come le loro informazioni vengano gestite. I nostri dati vengono non solo raccolti ma anche venduti, E tutto questo, in cambio di una connettività costante che sembra ormai indispensabile”.
Quali sono i rischi maggiori per un bambino? E quali per un adulto?
“L’incremento di fenomeni come il cyberbullismo, la crescente perpetrazione di reati informatici anche a sfondo sessuale, l’abuso notturno degli schermi che compromette il sonno dei nostri adolescenti e la crescente disconnessione. Gli adulti combattono con “armi spuntate”, convinti che il controllo sistematico dello smartphone dei propri figli possa dar loro la reale dimensione nella quale essi navigano, trascurando il vero elemento di deterrenza che è il dialogo con gli stessi.
Possiamo fare detox?
“Farlo è fondamentale e gli strumenti ci sono, ma vanno analizzati caso per caso e, soprattutto, condivisi con bambini ed adolescenti, concordando, per esempio un periodo di disconnessione dall’utilizzo dello smartphone o la possibilità di convertire lo schermo in tinte bianco/nero, per evitare l’attrattività dei colori delle app”.
Le truffe amorose sono venute alla ribalta nazionale col caso Mark Caltagirone e Pamela Prati. Quali sono i campanelli d’allarme a cui dobbiamo stare attenti?
“I truffatori scelgono con attenzione le loro vittime, puntando spesso su persone che mostrano segni di solitudine o vulnerabilità. Una volta individuata la vittima, il truffatore inizia una lunga fase di interazione. Quando la fiducia è consolidata, il truffatore simula una crisi improvvisa accompagnata da richieste di denaro”.
Tre buoni motivi per leggere il suo libro?
“Quello che mi sta più a cuore è innalzare il grado di consapevolezza degli adulti (genitori, educatori, insegnanti, Dirigenti scolastici) invitandoli ad un dialogo serio, quotidiano, con bambini e adolescenti. Poi per prevenire i fenomeni più devastanti, attraverso una lettura consapevole. Infine, per innalzare il grado di attenzione. L’attuale stato di percezione del rischio, nella gestione del corretto utilizzo delle tecnologie, è davvero ai minimi consentiti”.
Dopo smart working e il trattamento dati quale sarà il prossimo argomento oggetto della sua analisi?
“Quelli che cita, sono solo due delle pubblicazioni che ho scritto, con la funzione specifica diì agevolare la pletora degli operatori nella corretta gestione delle proprie attività. Ho al mio attivo anche un manuale di commento al Codice Privacy (che cos’è la Privacy), introdotto dal prof. Rodotà. Un commentario al Diritto di Accesso agli atti Amministrativi (l.241/90) e un testo sulla Trasparenza nella Pubblica Amministrazione (d.lgs 33/13). Con il nuovo anno mi riprometto di scrivere un saggio sull’Etica dell’Intelligenza Artificiale”.
Un’ultima domanda: hanno mai provato a truffarla sul web?
“Ovviamente sì ed in più di un’occasione con scarso successo. Ma questa è un’altra storia”.