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Karin Proia: “Da grande volevo fare la regista e mi sono ritrovata attrice”

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di Silvia Giansanti

Un’attrice che dà continuamente prova della sua bravura e che è pronta per entrare in scena nel nuovo spettacolo teatrale “Premio Produzione”. Appuntamento il 15 e 16 febbraio al Teatro Nuovo Sala Gassman di Civitavecchia. Dal 20 febbraio al 2 marzo al Teatro degli Audaci di Roma

Stare al posto giusto nel momento giusto. Spesso i modi di dire combaciano con la realtà. E’ quello che è accaduto all’affascinante Karin Proia, che nella vita voleva fare altro e cioè la regista, ma il mestiere di attrice le è piombato addosso, proprio iniziando a frequentare determinati ambienti. Simpatica, con la testa tra le nuvole e disposta a cambiare idea. Non è assolutamente una figlia d’arte, ma un personaggio nato in piccolo borgo in provincia di Latina, che si è costruita da sola e che è arrivata a raggiungere traguardi internazionali a livello di premi e riconoscimenti. Adesso la vedremo nella nuova commedia brillante “Premio Produzione”, accanto a Monia Rosa, Giacomo Porcari e Daniele Trombetti. Lo spettacolo non è solo comicità, ma vuole mettere l’accento su alcuni aspetti lavorativi che si incontrano all’interno di alcune fabbriche.

Karin, com’è avvenuto l’aggancio con il mondo artistico?

“Direi molto presto. Sono cresciuta in un piccolo borgo in provincia di Latina, Borgo Podgora. Fin da bambina ero attratta dai lavoretti artistici che si facevano per Natale e anche dalla fotografia. Sono sempre stata affascinata dalle pubblicità che vedevo in tv e mi chiedevo quale lavoro ci fosse dietro. Ecco che è scattata in me la voglia di fare regia. Riuscivo a notare perfino la differenza tra alcuni spot e altri”.

Che ruolo ha avuto invece la musica nella tua vita?

“Sono stata avvolta completamente dalla musica fin dai primi anni della mia vita. L’approccio con la musica è subirla, ma in senso positivo, perché essa scaturisce molte emozioni. Ricordo che scoprii la pianola a casa di un amichetto e rimasi folgorata da quello strumento a tasti. Obbligai così mio padre ad iscrivermi ad un corso di pianoforte. Quindi propendevo in tutto e per tutto all’arte”.

E il canto?

“C’è stato anche quello ai tempi della scuola materna. Siccome cantavo bene, mi fecero cantare come solista in un programma tv locale per un concerto di solidarietà. Ricordo che indossai gli stivali di Candy Candy”.

Pensavi di fare l’attrice?

“No, perché come ripeto il mio primo amore è stata la regia. Volevo fare la regista. Ero attratta dalla costruzione degli spot, dai piani sequenza delle immagini. Essendo in un piccolo borgo, andavo disperatamente chiedendo in giro come si facesse per diventare regista. Non avevo la più pallida idea. Provengo da una famiglia in cui i miei hanno fatto altro e all’epoca non c’era internet che potesse indirizzarmi verso una scuola a livello di informazioni”.

Com’è proseguito il tuo percorso?

“Frequentai l’istituto d’arte e ho fatto dei corsi di fotografia e di montaggio. Dopo alcune indicazioni, andai successivamente al Centro Sperimentale, ma il bando era già uscito. Peccato perché avrei dovuto attendere almeno due anni. Non mi persi d’animo e nel frattempo mi iscrissi ad un corso di recitazione per comprendere meglio quali fossero le esigenze degli attori. In quel corso scorsi un annuncio affisso su di un muro in cui stavano cercando una protagonista per lo spettacolo teatrale ‘Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller’, con Michele Placido, per la regia di Teodoro Cassano. Cercavano una donna mora con i capelli lunghi che camminasse bene sui tacchi, sapendo ballare e cantare. Come ballo era richiesto il boogie-woogie che sapevo fare grazie a mio padre che era un fenomeno. Fu così che mi scelsero al provino che dovetti fare davanti al pubblico di candidati. Non nascondo che mi demoralizzai perché avevo davanti a me persone molto preparate che uscivano dal Centro Sperimentale o dall’Accademia Nazionale d’Arte Silvio D’Amico. Avevo un semplice monologo. Decisi di andare via, ma il regista mi invitò facendomi ballare. Andò benissimo e fui presa. Praticamente da che volevo fare la regista, mi ritrovai a svolgere il mestiere di attrice. Dovetti riorganizzare la mia vita in base allo spettacolo che mi avrebbe portata in giro. Psicologicamente non ero preparata”.

A oggi hai potuto mettere su un signor curriculum. Qual è l’esperienza che ti ha segnata?

“Senza dubbio la prima. Il mio debutto è avvenuto al Teatro Greco di Taormina”.

Hai avuto l’occasione di lavorare a fianco di nomi illustri del teatro e della tv tra cui l’indimenticabile Gigi Proietti. Che ricordo conservi di lui?

“Era veramente un grande, non era una persona ordinaria, si capiva subito. Ho un ricordo meraviglioso umanamente parlando”.

Che cosa noti nelle attrici di nuova generazione?

“Sono sincera, ma ultimamente non sto prestando attenzione nelle produzioni italiane. Mi annoiano un po’ e non mi soffermo. Non conosco bene i giovani attori”.

Colleghi che ti hanno donato gioia nel lavorare insieme.

“Claudia Cardinale, una donna straordinaria e Sergio Castellitto”.

Tra uno spettacolo e l’altro, è poi arrivata la tanto attesa regia?

“Sì, esattamente dieci anni fa”.

Occupiamoci del tuo nuovo spettacolo teatrale intitolato “Premio Produzione”.

“E’ una grande riflessione su alcune delle tematiche importanti. La scrittura di questo spettacolo è molto intelligente e sorprendente. L’autore David Mastinu non usa una scrittura classica e tutto questo stimola sia il lettore che lo spettatore”.

A chi è rivolto?

“Ad un pubblico eterogeneo”.

Il tuo ruolo?

“E’ quello di un’operaia che lavora all’interno di una fabbrica che deve riuscire ad ottenere un premio di produzione”.

A proposito di premi, hai avuto prestigiosi riconoscimenti per la tua carriera?

“Sono felice di aver ricevuto molti premi sia come attrice che come regista. Addirittura tredici premi internazionali”.

Hai un rito prima di affrontare il palco?

“Certo, ripeto dentro di me una vecchia battuta articolata e complicata che mi aiuta a sciogliere i muscoli facciali e la lingua”.

Cos’è più importante per te nel tuo lavoro?

“La felicità di farlo”.

Come ti appresti ad affrontare questo 2025?

“Con la speranza che sia un anno pieno di serenità e di stimoli”.

 

CHI E’ KARIN PROIA

Karin Proia è nata a Latina il 14 marzo del 1974 sotto il segno dei Pesci con ascendente Acquario. Caratterialmente si definisce con la testa tra le nuvole, ma determinata al tempo stesso. Ama il cioccolato, tifa per la Roma e ha come hobby i viaggi. Colleziona stivali. Possiede una lupa cecoslovacca di nome Licaonia. Il 2008 è stato il suo anno, poiché è venuta al mondo sua figlia. Le piacerebbe vivere in tante capitali del mondo. Attualmente vive a Roma ed è sposata con l’attore Raffaele Buranelli. L’attrice ha esordito in tv con Fabrizio Frizzi e in seguito con Carlo Conti, Michele Placido e Gigi Proietti a teatro. Ha girato un film da regista con protagonisti Philippe Leroy e Claudia Cardinale, è stata protagonista di diverse serie tv Rai e Mediaset e ha lavorato in tv con Carlo Conti, Pippo Baudo e altri. Attualmente è impegnata nello spettacolo teatrale “Premio Produzione”

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