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Eleonora: La magia della fotografia che racconta un’emozione

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di Luca Dell’Oro

La sua è una fotografia che rimanda al mondo classico e si riallaccia con un concetto forte: “La nudità non è un atto di vergogna, ma di purezza del corpo”. Così, i suoi scatti, non sono un trionfo di mero esibizionismo, ma sono racconto, attraverso un corpo che parla, emozione, cattura l’attenzione senza sfociare nel banale. Eleonora scatta da tanti anni e la sua fisicità si è avvicinata, fin da subito, al desiderio di mettersi in posa senza veli e senza filtri. In primo piano, allora, c’è la sua fisicità, le sue forme, le sue pose che esaltano armonie, stati d’animo, sensazioni. “Nel mondo classico il corpo veniva osannato in tutti i suoi particolari e non ridicolizzato o deturpato dalla chirurgia estetica artificiosa. Un corpo visto come un Eden e quindi di natura primordiale e senza dubbio gusto” racconta Eleonora che ormai da anni collabora con l’Accademia delle Belle Arti di Milano come modella da posa. Resta immobile per ore, e diventa così fonte di ispirazioni per giovani e giovanissimi che si stanno avvicinando all’arte. Altro che un corpo semplicemente da guardare. Eleonora diventa così una Dea greca o incarna le protagoniste di opere d’arte come “La Bagnante di Valpinçon” di Ingres o “L’Odalisca Sdraiata” di Hayez. “Esempi di eleganza e raffinatezza classica, nonostante il corpo nudo e leggermente velato” ed è proprio da questo approccio alla fotografia che tanti fotografi, uno dopo l’altro, le hanno proposto progetti, percorsi, shooting, scatti fotografici in cui la fisicità aveva sempre qualcosa da raccontare. “Mi piace il nudo velato, quello che sussurra e che non mostra direttamente – aggiunge – Mi piace l’immagine voyeuristica. Un corpo leggermente scoperto che però dalla parte del fruitore vorrebbe essere spogliato”. Le sue fotografie seguono questo fil rouge. Vedere, non tutto, per viaggiare con l’immaginazione. C’è curiosità, ma non volgarità. “Mi piacciono le pose classiche ed eleganti, unito a uno sguardo sognante e delicato. In un mondo deturpato dalla falsificazione della bellezza e della realtà, dall’ostentazione di una perfezione che non esiste e che rende solo volgare, i miei scatti raccontano storie passate, dove il nudo non é volgarità, ma legame con la natura, con l’emozione e con la femminilità”. 

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