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Alessandro Masi: Un grande uomo di arte e di cultura

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di Paolo Paolacci

Alessandro Masi è il nuovo Presidente della Giuria del Premio Letterario Città di Castello.

Storico dell’arte, critico d’arte e giornalista; dal 1999 ricopre la carica di Segretario Generale della Società Dante Alighieri. È docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università Telematica Uninettuno e tiene corsi nel Master IULM di Roma.

Dagli anni Novanta a oggi è stato titolare di molti incarichi didattici nel mondo accademico presso la Sapienza di Roma, l’Università del Molise, l’Università della Calabria, l’Università di Chieti/ Pescara e l’Università di Cagliari.

I suoi studi sono incentrati sull’arte italiana negli anni dal Futurismo ai giorni nostri. È autore di diverse pubblicazioni monografiche e di saggi. I suoi interessi spaziano dal futurismo (Zig Zag. Il romanzo futurista, il Saggiatore) a trattati di politica culturale del ventennio fascista (Giuseppe Bottai. La politica delle arti. Scritti 1918-1943, Editalia). Il suo studio sull’arte italiana a cavallo tra fascismo e repubblica (Idealismo e opportunismo della cultura italiana. 1943-1948, Mursia) ha dato vita a un lungo dibattito sulla figura di Palmiro Togliatti e gli intellettuali. Per Neri Pozza ha scritto Vita maledetta di Benvenuto Cellini e L’artista dell’anima. Giotto e il suo mondo.

Ha curato numerose mostre in molte città d’Italia.

Nel corso degli anni ha collaborato con diversi programmi RAI (“Terza Pagina”, “Il Caffè”, “Dorian – L’arte non invecchia”) e con numerose riviste d’arte e quotidiani nazionali (“Corriere della sera”, “Avvenire”, “Il Tempo”, “Capital”», “Viaggi del Sole 24ORE”). È stato direttore editoriale del trimestrale «Terzocchio» e della rivista telematica «Artwireless».

Gli abbiamo fatto alcune domande per questo nuovo ruolo.

Prof. Masi, lei da quest’anno è Presidente del Premio letterario Città di Castello, dopo Alessandro Quasimodo. Quali sono le sue prime sensazioni? Quali saranno le novità per indirizzare il nuovo corso?

“Sono molto onorato di succedere ad Alessandro Quasimodo che è stato per anni il patron del Premio Città di Castello. Credo che quello che è stato fatto sia qualcosa di eccezionale. Ovviamente si può sempre migliorare. In questa direzione noi stiamo lavorando con Antonio Vella (presidente dell’associazione “Tracciati Virtuali”) allo sviluppo del sistema digitale al fine di favorire una maggiore comunicazione del Premio a tutti i livelli. Stiamo dando un’impronta anche regionale al Premio, valorizzando quelle che sono le risorse del luogo, le bellezze, l’arte, la gastronomia. Perché un Premio come Città di Castello non può non prescindere dal territorio. Stiamo aprendo anche a nuove realtà della letteratura e della poesia italiana”.

Se dovesse rivolgersi ai nuovi scrittori, quali sono i motivi per cui è utile scegliere di partecipare al premio letterario di Città di Castello?

“In Italia ci sono migliaia di premi e concorsi letterari.  Io concordo con il grande storico dell’arte Federico Zeri che diceva che ne sono pure troppi! Ma in ogni caso, aldilà della formula “premio”, è importante che molti scrittori trovino una “casa” dove rifugiarsi, in un tempo in cui si legge sempre meno e al contempo si stampa sempre più. La nostra è una “casa di ascolto”, un luogo dove ricoverare le loro opere e comunque farne parlare. Accelereremo molto sulle novità editoriali, soprattutto dei giovani che nel loro esordio iniziano a mettere i primi passi in quei “castelli” complicati che sono premi letterari”.

I suoi ultimi libri di successo hanno come comune denominatore l’ARTE. Può darci un’anticipazione sui prossimi progetti letterari?

“Sto lavorando alla biografia di Antonello da Messina, un autore importantissimo quanto complicato e misterioso. Questo volume uscirà per la collana di Neri Pozza. E immediatamente dopo è il turno di Masaccio”.

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