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Salvatore Ragusa: Sud Sudan, l’ultima Africa

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di Paolo Paolacci

“Ho raccolto parte delle fotografie scattate in un libro personale, che ho intitolato Sud Sudan, l’ultima Africa perché penso che tra poco tempo di questa Africa rimarrà solo il ricordo”. Così in questa intervista il dottor Salvatore Ragusa ci racconta, anche con le sue foto, un mondo che sta per scomparire non solo esternamente.

 

Perché un viaggio in Sud Sudan?

“Ho viaggiato la prima volta nell’Africa “nera” ormai 41 anni fa, nel 1983, e visitai il Mali e rimasi affascinato dai luoghi che conobbi. Interessato a proseguire l’esplorazione dell’Africa centrale l’anno successivo intendevo visitare il Sudan attratto da alcune pubblicazioni fotografiche riguardanti le etnie che lo abitavano ma mi fu impedito dallo scoppio di un conflitto tra il nord, in prevalenza arabo e mussulmano e il sud abitato da popolazioni di colore, animiste e cristiane ribellatesi alle imposizioni del governo centrale di Kartoum . Questa guerra civile durò più di 20 anni fino a un armistizio e dopo qualche anno un referendum sancì l’indipendenza di quello che ora si chiama Sud Sudan ed è il più giovane stato al mondo”.

Quale esperienza resta di questo luogo?

“Recentemente si è verificata la possibilità di viaggiare nuovamente in sicurezza in quelle zone e ho potuto viaggiare con una piccola spedizione nella provincia di Equatoria , la più meridionale del Paese, confinante a est con L’Etiopia, a sud con Kenia , Uganda e Congo, a ovest con la repubblica Centroafricana. Li vivono diverse etnie che hanno mantenuto in buona parte i costumi e le tradizioni della loro cultura ancora poco contaminata dalla modernizzazione che avanza e che si distinguono tra di loro separati da distanze notevoli in territori di non facile accesso. Le strade fuori dalla capitale Giuba sono in grande prevalenza non asfaltate e per raggiungere i diversi insediamenti , fatti di capanne di varia forma e fattura , bisogna percorrere vere e proprie piste e spesso lunghi tratti a piedi Le popolazioni visitate sono soprattutto stanziali nei villaggi ad eccezione di quelle che si trovano nella pianura lungo il Nilo Bianco che sono nomadi e allevatori e si spostano col loro bestiame dalle caratteristiche lunghe corna alla ricerca dei pascoli migliori”.

Quali differenze sociali e umane hai incontrato e qual è il futuro di un mondo così?

“Da questo viaggio ho riportato dentro di me le immagini di un mondo che sta per scomparire incalzato dal mondo moderno che non sempre significa progresso ma a volte anche violenza e sfruttamento oltre a una perdita di cultura che è perdita di identità e radici, come ho avvertito in precedenza nei viaggi che ho fatto in altri paesi africani durante i quarant’anni passati da quel primo , indimenticabile , in Mali. Molti paesi usciti dal colonialismo sono caduti in mano a dittature o afflitti da guerre tribali, aggrediti dall’estremismo islamico e ora depredati dai nuovi colonialisti cinesi, russi, arabi. Ho raccolto parte delle fotografie scattate in un libro personale, che ho intitolato ” Sud Sudan, l’ultima Africa” perché penso che tra poco tempo di questa Africa rimarrà solo il ricordo”

La prossima sarà una vacanza?

“Ora ho altre parti del mondo da scoprire e anche vacanza più facili da fare”.

 

Chi è Salvatore Ragusa

Salvatore Ragusa, nato per caso a Marostica (VI) da padre siciliano e madre milanese, ha vissuto a Milano dove ho fatto l’Università e si è laureato in Medicina e iniziato a lavorare come specialista in Ortopedia fino al trasferimento a Malcesine (VR), nel cui ospedale ha lavorato per 35 anni. E’ amante del viaggiare e ha visitato diversi paesi nel mondo. Nel 2021 ha pubblicato il libro “Un’anima in viaggio”, con lo pseudonimo di Salvalago, dove parla di esperienze di vita ordinarie e straordinarie, di viaggi interiori ed esteriori.

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