di Francesca Ghezzani
Siciliana, nata a Palermo, cresciuta a Messina, dal 1989 vive a Roma. Giornalista professionista, lavora al “Corriere dello Sport” dal 1991. Ama raccontare le donne. Si è occupata di calcio femminile, sostenendo sulle pagine del suo giornale la battaglia contro pregiudizi, stereotipi e discriminazione di genere. Al lavoro di giornalista affianca quello di scrittrice.
Valeria, nel 2015 hai esordito in narrativa con “La dittatura dell’inverno” per Mondadori, uscito peraltro di recente in new edition in stampa, ebook e audiolibro de “Il Narratore”. In questi nove anni tanti i libri pubblicati… c’è un fil rouge tra di loro?
“Sicuramente le donne. E direi anche l’amore in ogni sua forma. Le donne tornano sempre nei miei romanzi perché è come se non avessi scandagliato abbastanza l’animo femminile, con i suoi travagli, i suoi dubbi, le sue sensibilità. Per me la donna è un racconto infinito. E poi l’amore senza definizioni, che non fa differenze, un amore che ama e che è moltiplicatore stesso di amore, come dice Nina ne La dittatura dell’inverno”.
Dopo il successo de Il resto di “Sara sei tornata” in libreria con “E adesso dormi”, pubblicato dalla casa editrice Arkadia, collana Eclypse. È un libro particolare, a cui so che tieni molto. Perché?
“Perché era il mio romanzo nel cassetto, terminato di scrivere nel 2013 ha aspettato il suo momento per uscire, dopo tanti rimaneggiamenti fatti nel corso degli anni. Ho raccontato della violenza dell’uomo sulla donna, e del coraggio che la mia protagonista trova per cambiare il suo destino. Quel coraggio si chiama Jonathan, il figlio disabile di Gina, che è fatica ed è riscatto. Per me era un’urgenza anche parlare di disabilità, non in modo compassionevole ma come appartenenza, che rende tutto normale”.
Come pensi che il tema della “diversità” sia raccontato da chi si occupa di comunicazione?
“Credo che difetti nel linguaggio a mio avviso pregiudizievole. Definire una persona come disabile, omosessuale, straniera la ghettizza e marca la diversità. Ma la diversità è tale finché non ci appartiene, purtroppo nella comunicazione emerge il racconto dell’altro, di qualcosa che non ci riguarda”.
Credi che la vita sia una questione di fortuna o un inanellamento di scelte giuste e sbagliate che producono effetti e conseguenze?
“La fortuna e la sfortuna non esistono. Esistono le occasioni che si perdono, che non vediamo, che sottovalutiamo. E quelle che siamo capaci di riconoscere e sfruttarle. E lì si aprono e chiudono porte. Però non è facile essere arbitri del proprio destino e si finisce spesso con addossare responsabilità agli altri, alla fortuna o alla sfortuna. Cerchiamo risposte, senza farci domande semplici e giuste e finiamo con l’incastrarci in gabbie, non assecondando l’evoluzione della persona e del suo percorso. Poi in senso macroscopico possiamo dire, come oggi si dice, che siamo fortunati a essere nati in questa parte del mondo e non lo sono quelli nati in Paesi di povertà, fame e guerre, ma rischia di diventare una banalizzazione delle atrocità che, così come la diversità, ci riguardano anche se non ci appartengono. Quindi in questo senso direi che l’umanità smarrita non può essere una questione di fortuna o sfortuna”.
Questo è un romanzo sull’amicizia, condito anche da un piccolo mistero. Insomma, non manca proprio niente, vero?
“Davvero! Mi hanno detto anche che c’erano troppi argomenti… Ma io non ho la pretesa di ‘trattare’ argomenti, mi preme piuttosto evidenziare certi comportamenti, certe reazioni emotive e sentimentali in determinate situazioni della vita. L’amicizia è un tema fondante, secondo me: c’è in E adesso dormi, come negli altri romanzi, e probabilmente in quelli che scriverò. Il mistero è stato un caso e una strategia narrativa. Nessuna pretesa di giallo. Il mistero è il ritrovamento di un cadavere e la ricerca della verità sulla morte dell’uomo, ma è mistero anche il ciglio del burrone sul quale Gina gira attorno, che diventa sinonimo del burrone delle nostre vite, al di là del quale c’è la soluzione e per questo abbiamo paura di affacciarci. Mistero è anche il segreto, un tema che mi affascina molto”.
E ora, oltre a goderti il recente ritorno di “La dittatura dell’inverno”, sai già a quale nuova storia ti dedicherai?
“Ho terminato da poco un altro romanzo per ragazzi. Dopo Volevo essere Maradona, uscito nel 2019 per Mondadori, una biografia romanzata dell’ex calciatrice Patrizia Panico, questo racconta di un gruppo di ragazzini uniti dalla passione per il teatro. L’io narrante però stavolta è maschio: un ironico Arturo e gli adulti visti dai suoi occhi di undicenne”.